Quando ero piccola, la libreria di casa dei miei genitori mi appariva mastodontica: un intero universo, misterioso, schiacciante, monolitico nel suo restare lì, austero nel legno scuro.
Ho iniziato a leggere abbastanza presto: tra i primi ricordi, ci sono così alcuni libri ordinati su quelle mensole. Spostavo le sedie imbottite e mi ci arrampicavo sopra, per agguantare oggetti affascinanti. Il primo che ricordo aveva delle parole strane scritte sul dorso, nomi improbabili. Come per molti fatti della mia vita, avrei incontrato nuovamente quelle parole e avrei capito, più o meno a fondo, in diversi momenti dell’esistenza, che cosa raccontavano le sue pagine: parlo de Il dottor Živago, scritto da Boris Pasternak.
E la data di oggi non è casuale: il 10 febbraio del 1890, Pasternak nasce a Mosca e, in settant’anni di vita, trova il modo di rivoluzionare la letteratura (nonché la vita di molte persone). Ad esempio, lasciando frasi sfacciatamente attuali e universali come questa:
Alla gran maggioranza di noi si richiede un’ipocrisia costante, eretta a sistema. Ma non si può, senza conseguenze, mostrarsi ogni giorno diversi da quello che ci si sente: sacrificarsi per ciò che non si ama, rallegrarci di ciò che ci rende infelici.
— Boris Pasternak, Il dottor Živago
Traduzione di Pietro Zveteremich (Feltrinelli, 1957)
Non so che fine abbia fatto il libro che tentavo di agguantare da bambina, tuttavia la mia preziosa edizione del volume è tradotta da Pietro Zveteremich, grande critico e studioso, nonché testimone diretto dell'arrivo de Il dottor Živago in Italia.
Per raccontarla (molto) in breve: il romanzo, per le critiche in esso contenute, la disillusione di rinnovamento sociale, così come la diffidenza verso il socialismo reale, vede bloccata la sua pubblicazione, peraltro con biasimo. Dalla Russia a Berlino ovest, per vie clandestine, il manoscritto sfugge alla censura e arriva nelle mani di Giangiacomo Feltrinelli, che riesce a farlo pubblicare in Italia nel 1957 (quasi un anno dopo, alcune copie sono stampate anche in Usa, ma solo in russo) e conquistare il resto del mondo. Pasternak riceverà anche il Nobel, l’anno successivo, che non sarà mai ritirato per opposizione del regime sovietico.
Ce l’hanno tra le pagine, alcuni libri: la forza di contenere idee travolgenti, in grado di far crollare sistemi, sovvertire ordini, scandalizzare la morale. Ce l’hanno tra le pagine, di sopravvivere a tutto, insinuarsi nelle nostre vite, arrivare in una casa tranquilla dopo essere scampati a oblio e silenzio. E spingerci, per quanto possibile, a essere migliori. A pensare.
PS: sì, Pasternak non ha scritto solo Živago e io, a dirla tutta, consiglierei l’intera bibliografia.
Boris Pasternak (il secondo da sinistra) nel 1924, con alcuni amici come Lilya Brik, Sergei Eisenstein (il terzo da destra) e Vladimir Mayakovsky (al centro), da Wikipedia.
Un concerto (magari)
As The Love Continues, Mogwai - live premiere il 13/02/2021
Il 13 febbraio, i Mogwai saranno protagonisti di un live per presentare (sì, per intero) il nuovo disco, As The Love Continues. Lo spettacolo è registrato al Tramway Theatre di Glasgow e, non essendo più il nostro un mondo per concerti dal vivo, sarà in streaming.
Sul sito ufficiale dei Mogwai, tutte le info e i biglietti.
Una lettura
Questa strana e incontenibile stagione, Zadie Smith, traduzione di Martina Testa (SUR, 2020)
In un centinaio di pagine, sono raccolti alcuni saggi scritti da Zadie Smith nella primavera del 2020, che respirano a pieni polmoni le inquietudini del presente, per ritrarre un noi senza tempo, come individui e comunità, prendendo spunto da politica, ricordi, attualità, pandemia, suggestioni, rivendicazioni sociali. E fa riflettere, parecchio, lasciando che lo sguardo spazi e la mente di chi legge riesca a trovare, nell’attuale smarrimento, quanto è di più vitale: le idee.
Ecco il libro sul sito di SUR.
DAL BLOG
Miss Massive Snowflake, il ritorno con Your Favorite Band
Sono trascorsi quattro dischi dal 2004, anno che ha visto l’esordio dei Miss Massive Snowflake. Quattro dischi, un lustro dall’ultimo The Final Photograph, un po’ meno tempo dall’ep Bobby And Sheila, ma soprattutto innumerevoli concerti, da una parte all’altra dell’Atlantico.
Già, perché c’è stato un tempo in cui i Miss Massive Snowflake hanno attraversato Stati Uniti ed Europa coi loro concerti e catturato migliaia di proseliti, un tempo che — sarà banale ricordarlo — sembra così lontano da perdersi nell’oblio.
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