Una foto dei genitori, una torcia, un power bank per il telefono: negli ultimi giorni, mi è capitato spesso di chiedere «Se dovessi abbandonare la tua casa per scappare, così, all’improvviso, cosa prenderesti?» e le risposte sono state tante, diverse. Il solo pensiero di compiere, nel lasso di alcuni minuti, una scelta forse definitiva, è alienante; è l’impresa di riassumere una vita intera: gli affetti, la sopravvivenza di chi ci è accanto, la possibilità di comunicare sono stati elementi comuni nelle risposte. Nessuno ha parlato di cibo o vestiti: colti di sorpresa, si è svelata l’essenza.
Quando è iniziata la guerra del Golfo ero una bambina: ricordo il momento in cui la voce di Silvia Kramar ha annunciato l’attacco. Non si trovava a Baghdad, come avrei poi scoperto, bensì a casa sua, negli Stati Uniti, sintonizzata su Abc e Cnn per non mancare il minimo aggiornamento.
Le comunicazioni non erano immediate, facevano giri lunghissimi e poi ritornavano, sfruttando ogni mezzo disponibile. I telegiornali interrompevano altre trasmissioni, le edizioni dei quotidiani in edicola non sembravano così vecchie, non come quelle lette la mattina del 24 febbraio, quando la guerra era tornata in Europa e correva già da ore tra le notifiche delle testate internazionali e i messaggi dei gruppi Telegram e WhatsApp.
Pripyat (Ucraina) in una foto di Mick De Paola da Unsplash.
Credo nell’importanza dell’avere un’opinione personale, nel confrontarla e, se necessario, rimodularla; credo nel dovere di non abbassare lo sguardo. Credo inoltre sia importante agire secondo i propri mezzi e capacità, contribuendo con le proprie conoscenze e competenze alla discussione pubblica: per questo ho raccontato una storia, una storia dove la musica è protagonista e che può far riflettere, oltre a dare un po’ di speranza.
È la storia di Eka, bandurista ucraina che da anni vive in Italia e che, ogni giorno, con la sua musica, crea un dialogo tra due culture, oltre a essere impegnata nell’organizzare incontri, manifestazioni e attività di aiuto concreto per l’Ucraina.
La storia di Eka si legge su La 27esima ora del Corriere della Sera:
Tre giornaliste da seguire
Francesca Mannocchi è una giornalista freelance e scrittrice, dall’empatia e capacità narrativa uniche. Su Twitter, è @mannocchia.
Gli articoli e reportage di Marta Serafini del Corriere della Sera sono sempre di una chiarezza illuminante, lei è qui: @martaserafini.
Su Instagram c’è invece Luciana Grosso, che ho scoperto con la sua newsletter, La spada nella roccia: @lucianabig.
Un articolo per riflettere
«È terribile essere così impotenti: siamo scesi in piazza, abbiamo fatto donazioni, ma non si può fare granché, stiamo sperimentando qualcosa di orribile che come generazione non siamo stati educati a conoscere e processare: l'inerzia della storia. [...] La letteratura e l'arte sono un antidoto a questo grande disordine, leggere Tolstoj o Turgenev non ferma o rallenta niente, ma protegge le nostre menti. Ascoltare Nori parlare di Dostoevskij non ferma o aggrava la guerra, però ci ricorda chi siamo, perché lo siamo, perché è a volte così difficile essere quello che siamo, nazioni che provano a essere democratiche e responsabili con le armi nucleari puntate contro».
Le riflessioni sono di Ferdinando Cotugno, prendono le mosse dalla sospensione (poi revocata) delle lezioni su Dostoevskij tenute da Paolo Nori, presso l’Università Bicocca di Milano, ma ci conducono lontano: l’articolo completo è su Marie Claire Italia.
Un libro da rileggere
Trans Europa Express
di Paolo Rumiz (Feltrinelli, 2011)
Da Kirkenes, nella Norveglia estrema, a Odessa, in Ucraina: Paolo Rumiz viaggia dal mare di Barents al Mar Nero, lungo la frontiera tra occidente e oriente, tra Europa e Russia.
Insieme a lui e alla fotografa polacca Monika Bulaj, salendo su treni, battelli e vari altri mezzi, avviene la scoperta di una terra di confine, una terra di bellezze, contrasti, conflitti e complessità.
Da questa settimana, il Circolo Gagarin di Busto Arsizio ha attivato una raccolta fondi a favore di UNHCR, Agenzia Onu per i rifugiati. Per info:
Nel negozio di musica online Diecisei, puoi acquistare i dischi presenti su Scribacchina, scoprire una selezione ampia e approfondita di musica, vinili, merchandising, ma soprattutto contare sui consigli e la disponibilità di un professionista come Andrea Spampinato. Se vuoi fare o farti un regalo, ti suggerisco di dare un’occhiata allo shop.
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