#43. Raccontare con parole e immagini
Parole e immagini, il connubio perfetto: graphic journalism con La Revue Dessinée Italia e Virginia Woolf, opera di Liuba Gabriele.
Ciao, eccoci qui.
Per scrivere l’appuntamento di oggi, ho sfogliato le ultime pagine di uno dei miei quaderni, pagine a righe, fitte di appunti sui miei lavori che poi, come per magia, diventano digitali.
Iniziamo con ordine.
Raccontare storie è un bisogno primordiale.
Si raccontano storie per trasmettere conoscenze di generazione in generazione, per creare occasioni di incontro, per condividere spazi, tempo, valori e creare comunità. Si raccontano a voce, in musica, scrivendo le proprie idee e leggendo le altrui, in un flusso inarrestabile.
Di recente, curiosità personale e stimoli professionali mi portano a studiare esigenze e metodi di narrazione, i tanti approcci e i vari strumenti utilizzati. L’unione tra testi e immagini fa riflettere su quanto parole e illustrazioni possano influenzarsi a vicenda, in rapporto con due galassie in particolare: il giornalismo e la letteratura.
Immagine di Sigmund da Unsplash.
Così, ho ricordato una frase ascoltata ormai quattro anni fa, nel corso di un evento dedicato al romanzo grafico, una riflessione di Pico Floridi, editor de Il Castoro:
Un testo narrativo presuppone un lavoro di immaginazione. Il lettore che legge un graphic novel deve fare un lavoro interattivo, entrare negli spazi bianchi tra una vignetta e l’altra.
È un imperativo in questi tempi oscuri, incerti, frenetici: entrare negli spazi bianchi, avventurarsi nell’ignoto, provare a non subire passivamente, bensì essere parte attiva del dibattito.
Nota a margine: questo e altri pensieri sono raccolti nella sezione Raccontare del blog: uno spazio con approfondimenti dedicati a scrittura creativa, romanzi storici, ispirazioni per creare contenuti di qualità ed esperienze illustrate dai protagonisti.
La Revue Dessinée e il graphic journalism
Maggio è arrivato, è finalmente possibile sfogliare La Revue Dessinée Italia, nuova rivista di graphic journalism.
Nel nostro paese, si parla di graphic journalism da una quindicina d’anni, soprattutto grazie a prove autoriali di grande valore. Il sodalizio tra giornalismo e fumetto appare tuttavia ancora ai margini della conversazione.
La rivista, seguendo l’esempio della francese La Revue Dessinée, propone un modello preciso: combinare strumenti e approccio giornalistico a immediatezza e libertà espressiva della grafica, rendendo le storie protagoniste assolute, anche grazie alla collaborazione tra professioniste e professionisti di giornalismo e fumetto.
Sfogliando la rivista, si trovano racconti che hanno come denominatore comune spirito di innovazione, partecipazione collettiva e cambiamento. Tra le tavole, emerge così la grande forza del graphic journalism: non avere limiti di rappresentazione e utilizzare un linguaggio semplice, accessibile a tutti.
Interessante è anche il rapporto con la carta. Una rivista con 230 pagine di inchieste, ciascuna corredata di note bibliografiche e approfondimenti, ha un legame particolare con il formato: consente di assimilare la complessità dei temi, favorisce la concentrazione, può essere letta e riletta. Inoltre, con la formula dell'abbonamento, diventa un appuntamento fisso, dal piacere a dir poco feticista.
Qui c’è una lunga chiacchierata con Massimo Colella, uno dei fondatori, dove abbiamo parlato dei modi per rappresentare la complessità del presente proposti dalla Revue.
Virginia Woolf, letteratura e ispirazione
Accanto al giornalismo grafico, come anticipato, ho esplorato anche il rapporto tra letteratura e fumetti.
È possibile raccontare una scrittrice, un’intellettuale che ha segnato vite e pensiero di intere generazioni, partendo dalle emozioni, dalle ispirazioni che hanno accompagnato la nascita delle sue opere?
In Virginia Woolf, edito da BeccoGiallo, la forma del graphic novel aiuta a rispondere a questa domanda: testi e immagini narrano inquietudini, meraviglia, suggestioni in equilibrio tra l’intimità del sentimento e la nascita di pagine immortali.
Il libro non è una semplice biografia, non snocciola dati e date reperibili facilmente sul web o in una biblioteca, anzi: approfondisce uno dei periodi più ispirati di Virginia Woolf, con una profonda sensibilità per i sentimenti da cui scoccano idee eterne.
Sulla carta prende forma l’inafferrabile, tra occhi e cuore si realizzano emozioni.
Autrice di testi e immagini, Liuba Gabriele mi ha raccontato la sua opera in un’intervista.
Un appuntamento
Con la primavera e l’approssimarsi dell’estate, gli appuntamenti letterari tornano rigogliosi.
Domenica 15 maggio, nell’ambito del BA Book Festival, avrò il piacere e l’onore di presentare Virginia Woolf insieme a Liuba Gabriele, negli spazi de I libri e i giorni, libreria indipendente con una speciale vocazione per le storie illustrate.
L’incontro è sold out, ma il programma del festival è ricco e interessante.
Per il Dispaccio di oggi, è tutto.
Dove stai leggendo questa mail, da lontano? Sarai anche tu al Salone del Libro di Torino? Incrociamoci per un caffè, se ti va: scrivimi.
Nel mentre, grazie.
A presto,
Samantha Colombo
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Sono Samantha Colombo, etnomusicologa di formazione, digital editor ed entusiasta delle parole per professione: scrivo, su carta e online, e aiuto le persone a esprimersi attraverso la scrittura.
In questa newsletter ti ho raccontato il legame tra giornalismo, letteratura e grafica, grazie a ricerche e interviste delle ultime settimane.
Se vuoi leggere altro, sul mio blog puoi trovare un articolo dedicato al kink per i romanzi storici che mi contraddistingue da sempre, dove spiego perché scriverne uno (cosa che, in effetti, ho poi fatto).
Se ti va, puoi oppure consigliare a una persona amica di farlo.