#44. Libri
Tre suggestioni dal Salone del Libro 2022, una riflessione e un suggerimento che nasce da una nota (molto) personale.
Eccoci qui, come stai?
Questo Dispaccio di fine maggio inizia col benvenuto a chi ho conosciuto a Torino, durante il Salone del Libro: grazie per aver accettato l’invito a leggere la newsletter, per gli abbracci, i consigli e le condivisioni di entusiasmi.
Adesso, iniziamo!
È conosciuta come Patetica. La Sinfonia n. 6 in Si minore è l’ultima composizione di Pëtr Il'ič Čajkovskij, il suo ultimo dono al mondo. Come per tutta una vita, anche nel passo finale l’impronta del maestro è sublime: l’opera si chiude su un Adagio lamentoso, prendendo le distanze dai canoni dell’epoca, tratteggiando un panorama sonoro inedito.
La musica sbiadisce, lentamente si dissolve e chi ascolta è smarrito, avvolto da un progressivo silenzio. A Čajkovskij non interessano gli applausi di fine movimento, come è consuetudine nei teatri, infonde linfa vitale nella partitura, attinge da fantasmi e inquietudini che infestano la sua mente, così come quella di tante donne e tanti uomini alla fine del secolo.
Immagine dalla pagina Facebook del Salone del Libro.
I mesi passati, sbirciati ora, ricordano proprio l’ultimo movimento della sinfonia, una colonna sonora esemplare: il graduale sparire, vite confuse nell’assenza. Tuttavia, di recente, la sensazione è cambiata, è come tornare a splendere, come se il nastro si fosse riavvolto, se la puntina scivolasse di nuovo al centro del vinile, ed ecco la melodia risuonare ancora nelle stanze gremite di gente. In qualche modo, il Salone del Libro di Torino è una delle risposte per afferrare nuovamente l’esistenza collettiva, come ci si riappropria delle cose importanti: con consapevolezza, impegno, prospettive nuove.
In un articolo sul mensile Finzioni, Nicola Lagioia scrive, tra le varie riflessioni, che i libri sono «un’occasione per conciliare complessità e coinvolgimento emotivo»: una definizione più che mai necessaria in un presente subissato di stimoli e informazioni, assetato di idee, disorientato e confuso, che ha bisogno di una direzione nella quale sfociare con tutta la sua passione, di non perdersi tra superficialità e ipertrofia dell’ego.
Si avverte l’urgenza di fermarsi e riflettere, andare oltre i contorni e la superficie, come propone La Revue Dessinée Italia (qui l’intervista a Massimo Colella, tra i fondatori), il mio primo incontro torinese.
A proposito, di seguito compaiono alcune delle suggestioni intercettate al Salone, raccolte nei tre universi che, da sempre, mi interessano: ascoltare, raccontare e scrivere.
Ascoltare: un romanzo
Darusja la dolce, dramma in tre vite
di Marija Matios, traduzione di Francesca Fici
Keller Editore, 2015
Non è una delle più recenti uscite presenti nel ricco catalogo di Keller Editore, ma vale la pena soffermarsi: Darusja la dolce è un romanzo che racconta di confini, emarginazione e musica.
La protagonista, Darusja, non parla e per tale motivo chiunque, in un villaggio della Bucovina, si arroga il permesso di prenderla in giro e disprezzarla. In realtà, custodisce una voce che può librarsi in un canto melodioso e la sua vita cambia all’arrivo di Ivan, un suonatore di drimba (in pratica, lo scacciapensieri).
Non ho ancora iniziato questo romanzo: lo hai già letto? Lo leggeresti con me e vogliamo procedere insieme?
Per info: www.kellereditore.it
Raccontare: una raccolta di saggi
Come leggere un libro
di Virginia Woolf, traduzione e note di Daniela Sandid
Passigli Editori, 2021
In molti affermano di voler scrivere, nessuno si domanda mai se sia il caso di imparare a leggere: è una delle prime riflessioni nate durante un corso di scrittura narrativa e, lo posso assicurare, non è per niente scontata.
Si legge per «accendere le finestre del passato» oppure «rinfrescare ed esercitare le nostre capacità creative», si leggono biografie, romanzi e poesie: è Virginia Woolf a raccontare un’arte complessa, per cui sono necessarie sensibilità, immaginazione, memoria e anche un po’ di temibile giudizio critico.
È una scrittrice e intellettuale unica ad accompagnarci in queste riflessioni, un momento prezioso.
Per info: www.passiglieditori.it
Scrivere: un quaderno
Giornale per i bambini, riproduzione
Luni Editrice
A Roma è il 7 luglio del 1881 e, nel pieno dell’estate, debutta una nuova rivista, diretta da Ferdinando Martini: il Giornale per i bambini.
Tra le sue pagine, compare il primo episodio di un’avventura a puntate, opera di un certo Carlo Collodi, La storia di un burattino. Un paio d’anni più tardi, i racconti si trasformano ne Le avventure di Pinocchio. Come molti romanzi, inossidabili capolavori della letteratura compresi, anche Pinocchio nasce su un periodico.
La riproduzione della prima pagina, più che fedele, con tanto di dettagli e imperfezioni, è stampata sulla copertina del quaderno di Luni Editrice: uno strumento perfetto cui affidare i propri appunti.
Per info: www.lunieditrice.com
Per il Dispaccio di oggi, è tutto.
Nota a margine, molto personale: sai che giorno è oggi? È il mio compleanno.
Ho tutto ciò che mi occorre, serenità e affetto, un bagaglio per il momento gestibile di difficoltà e mancanze. Se hai voglia di dedicarmi un pensiero, di compiere un gesto di bellezza sconsiderato e casuale, ti lascio un’idea: da anni sono sostenitrice di Medici senza frontiere, puoi donare il tuo contributo, se ti va.
Per il resto, se hai domande, consigli o voglia di conversare, se sarai anche tu a Barcellona per il Primavera: scrivimi.
A presto,
Samantha Colombo
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Sono Samantha Colombo, etnomusicologa di formazione, digital editor ed entusiasta delle parole per professione: scrivo, su carta e online, e aiuto le persone a esprimersi attraverso la scrittura.
In questa newsletter ho raccolto alcune suggestioni dal Salone del Libro di Torino: tra le pagine del mio blog, puoi trovare diversi articoli dedicati ai libri e all’arte di raccontare.
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