

Scopra di più da Dispacci
#52. Senza barriere
Le guess who? per una musica senza barriere né confini; il nuovo disco degli Yeah Yeah Yeahs; esplorare il mondo con Matite in viaggio; quando Björk e Greta Thunberg si incontrano.
Ciao !
Secondo la scrittrice Ursula Kroeber Le Guin, una delle funzioni dell’arte è fornire alle persone le parole per conoscere la propria esperienza: in questo senso, raccontare storie è una via per sondare noi stessi e ciò che desideriamo. Il nostro modo di raccontare apre infatti prospettive inedite, ha un potere trasformativo e rigenerativo enorme che, se ben veicolato, può cambiare il mondo, per davvero.
Così, una città olandese diventa il centro di massa della musica, senza barriere né confini; un disco, in una manciata di tracce, offre una chiave di lettura della contemporaneità; una mostra trasforma l’esperienza di viaggio in visione intima e occasione di confronto; il dialogo tra un’artista e un’attivista rivela nuove frontiere e stimola nuove riflessioni.
Ecco dove andremo nel Dispaccio di oggi: incontro alla realtà a testa alta e schiena dritta, con un modo nuovo, condiviso e personale di osservarla.
Prima di iniziare, una cosa importante: grazie.
Grazie a chi ha deciso di seguire i Dispacci, grazie per la fiducia e per essere qui, grazie proprio a te.
Le guess who? trasforma Utrecht nel centro del mondo
Ogni anno, le prime settimane di novembre, Utrecht è costellata di punti di domanda per le strade e tra i canali, segni tipografici che rimandano al grande evento, internazionale e non convenzionale, Le guess who?.
Dal 2007, il festival accoglie le migliori espressioni dell’avanguardia rock, jazz, elettronica e così via, trasformandosi da rassegna di nicchia a magnete universale per i cultori di nuovi suoni.
L’anima più profonda di un festival musicale, insieme a condivisione, emozione, libertà e così via, custodisce un valore prezioso: la scoperta. A Utrecht, viene offerta l’esperienza dell'ignoto, la possibilità di scrutare orizzonti sonori inesplorati; alla base, la fiducia in una selezione accurata, con centinaia di artisti provenienti da centinaia di paesi diversi.
Da qui nasce la vera forza dell’evento, ovvero la capacità di abbattere ogni confine, non solo nazionale, ma anche di genere. Tutto ciò in sinergia con la città, illimitato palcoscenico urbano: gallerie d’arte e caffè, negozi di dischi e chiese rinascono come luogo di ascolto e incontro.
Infine, e non certo per importanza, Le guess who? rappresenta chi rischia di essere trascurato e posto ai margini della scena musicale, pur vantando un repertorio di valore e talento indiscusso; la selezione prevede personalità con una storia incisiva, nonché un impatto su un intero genere e intuizioni brillanti per le generazioni a venire.
Nel cartellone 2022 compaiono il jazzista sudafricano Abdullah Ibrahim, le cantanti gallese Cate Le Bon e maliana Oumou Sangaré e tanti, tanti altri nomi.
Infine, come da prassi, parte della programmazione è curata dagli artisti stessi: quest’anno, il compito va, tra gli altri, ad Animal Collective e Curl.
Le guess who? si tiene a Utrecht (Paesi Bassi) dal 10 al 13 novembre e sul sito c’è il programma completo.
Cool It Down degli Yeah Yeah Yeahs, verso un futuro in fiamme
Nel libro Il tempo e l’acqua (Iperborea, 2019), Andri Snær Magnason fa un gioco insieme alla figlia: le chiede quanti anni ha la nonna, fissando una data nel passato, e di immaginare quanti anni potrebbe avere una sua pronipote, fissando una data nel futuro. Il risultato è un tempo di oltre due secoli e mezzo:
È il tuo arco di tempo. Conosci persone che lo coprono tutto. Il tuo tempo è il tempo di qualcuno che conosci, che ami e che ti influenza. E il tuo tempo è anche il tempo di qualcuno che conoscerai e che amerai, il tempo che tu creerai. Puoi avere un’influenza diretta su un futuro di ben 262 anni.
Mi ha fatto ripensare a questo brano il dialogo tra madre e figlio di Spitting Off The Edge Of The World (dove compare anche Perfume Genius), singolo che ha annunciato il nuovo disco degli Yeah Yeah Yeahs. La traccia iniziale ne delinea con parole e suoni l’intento: è abrasivo, la poetica spalanca gli occhi sulla crisi climatica, un grido urgente all’umanità dai sensi ottenebrati.
Nove anni dopo l’ultimo lavoro, la musica degli Yeah Yeah Yeahs esaspera ansie e paure, instilla un tocco di speranza rarefatta, rallenta il ritmo e frena l’entusiasmo, immerso nella consapevolezza di muoversi verso un futuro in fiamme.
Tra i protagonisti dello scorso Dispaccio, c’era Karma Clima dei Marlene Kuntz, con il suo modo acuto e profondo di tradurre in musica la realtà attuale, una realtà pericolosamente sull’orlo del collasso. Il raffreddamento degli Yeah Yeah Yeahs, come preannuncia il titolo stesso dell’album, segue una rotta simile, pur con stili ed esperienze diversi.
La voce di Karen O è una guida tra i fantasmi dell’isolamento e gli spettri dell'abbandono, un veicolo alla rabbia sommersa, un invito alla consapevolezza e, nella
mezz’ora di impatto sonoro, un appello a costruire giorno dopo giorno la fiducia.
Matite in viaggio per leggere e rileggere il mondo
Ciascuno ha la sua personale visione di viaggio; la dimensione della scoperta dell’altro e, di conseguenza, della consapevolezza di sé è un assunto da tenere ben stretto, durante una gita fuori porta così come nel corso di lunghe traversate.
Lo ricorda bene Matite in viaggio, una rassegna dove sono protagonisti, per l’appunto, taccuini di viaggio: ritratti, bozzetti, paesaggi che esaltano la sensibilità individuale di viaggiatrici e viaggiatori; uno sguardo diverso dal solito, diverso da foto patinate e condivisioni social mordi e fuggi.
La mostra si rifà alla Biennale du Carnet de Voyage, nata dall’Associazione francese Il Faut Aller Voir, che esalta una dimensione di viaggio unica e insostituibile, accanto alla crescita personale e collettiva.
Un carnet trasforma appunti e disegni, parole e linee nell’interpretazione dei luoghi e, non meno importante, nella sua condivisione con gli altri, nel fissare nella memoria attimi irripetibili secondo la propria sensibilità. Così, è possibile riflettere su un presente complesso e variegato, sulla necessità di mettersi in relazione, in discussione e di fermarsi a riflettere. Una riscoperta, nell’era della comunicazione digitale ed effimera, di una pratica antica eppure mai come oggi così urgente.
Piccola, ma non trascurabile, annotazione: in mostra ci sono alcuni disegni di Liuba Gabriele, l’autrice e illustratrice che ho intervistato per il suo graphic novel Virginia Woolf (BeccoGiallo Editore, 2021).
Matite in Viaggio si tiene al Centro Culturale Candiani di Mestre (Venezia), dal 20 ottobre al 6 novembre e sulla pagina Facebook ci sono aggiornamenti sui vari eventi.
Björk e Greta Thunberg, una conversazione da leggere (e ascoltare)
Cosa potrebbero dirsi Björk Guðmundsdóttir e Greta Thunberg? Inutile precisare, nella loro conversazione si parla anche di musica e del suo ruolo fondamentale nella società contemporanea, come sottolinea Thunberg:
All my family are musicians, and I’m the only one who is not. I guess I kind of rebelled in that way. Music plays a very, very important part in creating the cultural shifts and social changes that we need in order to address the climate emergency. It’s a really important way to mobilise people.
Il dialogo tra le due si può leggere su The New Statesman ed è disponibile anche il podcast.
Per il Dispaccio di oggi è tutto.
Se hai voglia di condividere le tue idee, se tieni (come me) un quaderno di appunti durante ogni viaggio, se hai domande, consigli, se non dormi, se pensi che parole e musica possano e debbano cambiare il mondo: scrivimi.
A presto,
Samantha