#88. Spazio
Le sonificazioni di Wanda Díaz-Merced, i dischi di Pauline Anna Strom, le eclissi di LightSound e il documentario sui Mogwai.
Le stelle hanno molto da rivelarci. Come re-imparare a sentire, percepire suoni, odori, emozioni con i sensi a nostra disposizione. Senza fermarci alla superficie delle cose.
Ciao !
Ebbene sì, questo «è un Dispazio» mi fa notare lo stimato collega. Non è la prima volta che guardo lassù in cerca di suoni. Osservare i corpi celesti ricalibra le prospettive delle nostre vite, ci indirizza a pensare fuori dai vecchi schemi, oltre le barriere che impediscono un reale progresso e una vera inclusione.
Oggi, accanto alle sonificazioni dei raggi gamma di Wanda Díaz-Merced, e alla sua visione inclusiva della scienza, arrivano i dischi intergalattici di Pauline Anna Strom, il progetto LightSound sulle eclissi solari e If The Stars Had A Sound, il documentario sui Mogwai.
Ascoltare le stelle
C’era una volta una stella, il racconto potrebbe iniziare così: una luce colorata che illumina il cielo di Porto Rico e conquista gli occhi e la mente di una bambina. È la storia di Wanda Díaz-Merced, la scienziata che fatto suonare le stelle, per dirla in modo poetico, e ha rivoluzionato la scienza con un approccio inclusivo.
Diversi anni dopo l’evento astronomico, dedicati allo studio appassionato della fisica, Díaz è colpita da una retinopatia diabetica che le toglie progressivamente la vista, rischiando di mettere fine alla sua carriera. Portare a termine gli studi non è infatti semplice e le speranze vacillano; fino a che un amico non le fa ascoltare l’audio di un brillamento solare e le parla degli studi di Karl Janksy, pioniere della radioastronomia: ecco la scintilla.
Quando entra alla NASA per uno stage rivolto a persone con disabilità, alla curiosità di Díaz si affianca un’esigenza precisa: in che modo rendere le ricerche scientifiche più inclusive? Cosa fare per mettere a disposizione i dati, ad esempio, di chi non può leggere grafici e colonne di numeri?
Al centro degli studi di Díaz ci sono i lampi gamma che, pur essendo tra gli impulsi elettromagnetici più potenti dell’universo, non possono essere visti dall’occhio umano, rendendo necessaria una trascrizione grafica. Questi diagrammi, spiega la scienziata, non sono altro che una traccia visiva convertibile in numeri, a loro volta traducibili in impulsi sonori.
Così, non solo Díaz può continuare le ricerche, ma scopre anche che tramite la sonificazione si raccolgono molti più dati che non attraverso la semplice analisi visiva.
L’accesso all'informazione ci permette di progredire. Ci dà uguali opportunità per mostrare i nostri talenti e scegliere cosa vogliamo fare nelle nostre vite, basandoci su interessi e non su potenziali barriere.
Wanda Díaz-Merced
Il suono ci aiuta a esplorare un mondo inaccessibile alla vista, scoprire ciò che è nascosto, persino svelare eventi inaspettati, come scrive nella sua tesi di dottorato all’università di Glasgow.
Eliminare una barriera invita nel dibattito un maggior numero di persone di scienza; aiuta a considerare nuovi approcci, abbracciare modi diversi di pensare, individuare prospettive inedite che possono contribuire alla crescita collettiva.
La scienza, così come l’arte, deve pertanto essere fruibile su larga scala, perché questo è il progresso: camminare insieme, per un futuro migliore.
Nello sfico, la sonificazione da un lato rappresenta uno strumento prezioso per rendere la ricerca scientifica più accessibile, dall’altro rivela un potenziale analitico ancora inesplorato: il mondo sonoro è una questione d’orecchio, certo, ma le vibrazioni a esso legate possono essere percepite sia dal nostro corpo, nella sua interezza, sia dai giusti strumenti; possono raccontarci molto, molto di più dei paesaggi che ci limitiamo, spesso distrattamente e in maniera limitante, a guardare.
E lo spazio, in apparenza così lontano, è più vicino ai nostri reali bisogni di quanto possiamo immaginare. Forse, dovremmo davvero re-impare a sentire.
Postilla: oggi la NASA ha un ampio archivio di immagini astronomiche sonificate, come la supernova 1987a, ripresa dallo Hubble Space Telescope (alza il volume!).
Se vuoi lasciarti conquistare dalle parole di Wanda Díaz-Merced, qui puoi seguire il TED Talk.
Frontiere sonore
Le sinfonie cosmiche di Pauline Anna Strom
Un registratore Tascam a quattro tracce e dei sintetizzatori: quando Pauline Anna Strom si trasferisce a San Francisco, negli anni Settanta, sono gli strumenti per decifrare la realtà che la circonda e raccontare il suo mondo interiore.
Strom è cresciuta in una casa nel sud degli Stati Uniti dove la musica classica risuona in ogni angolo, a ogni ora. Cieca dalla nascita e autodidatta, sfoggia una grammatica musicale istintiva, zeppa di sfumature, visionaria. Solca la psichedelia, si avventura nell’ambient, vira verso la sperimentazione, costruendo mondi sonori altri.
Prima di una lunga pausa, anni in cui diventa una guaritrice, pubblica alcuni album con lo pseudonimo di Trans-Millenia Consort. A tre anni dalla scomparsa, l’etichetta indipendente RVNG ha pubblicato un cofanetto con i primi tre dischi (Trans-Millenia Consort, Plot Zero e Spectre) e alcuni inediti, restaurati dalla sound engineer italiana Marta Salogni: il titolo della raccolta è Echoes, Spaces, Lines.
Il progetto LightSound e la musica delle eclissi
Un tappeto di violini, cui subentra un corno francese, seguito da un clarinetto, un fagotto e così via. Nelle sonificazioni sincronizzate della luminosità del cielo in Cile e Argentina durante l’eclissi solare del 2019, ogni località è associata a uno strumento. Il passaggio dal suono più acuto a quello più grave indica a sua volta il passaggio del cono d’ombra.
Dottoranda in astronomia e astrofisica, Sóley Hyman attinge dalla sua esperienza come musicista per studiare altezze e timbri in grado di esprimere al meglio l’intensità della luce, applicando la ricerca a un dispositivo portatile progettato dall’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics.
Attraverso LightSound si ascolta un’eclissi, mettendo a disposizione una nuova prospettiva di studio, aprendo la possibilità alla raccolta di nuovi dati e rendendo accessibile il progetto.
If The Stars Had A Sound racconta i Mogwai
I Mogwai, dal debutto con Mogwai Young Team, hanno costruito una galassia sonora in tre decenni costellati da dieci album, colonne sonore e una miriade di collaborazioni. L’essenza della loro discografia ruota intorno a un rock strumentale che si lascia guidare dall’istinto, lunghi interventi di chitarre, alternanza di fragore e quiete. Da Glasgow, la band prende le mosse dalla lezione noise e hardcore per creare una propria matrice stilistica, che si rinnova album dopo album.
Qualche giorno fa, al festival South By Southwest, è stato presentato il documentario che racconta la loro storia diretto da Antony Crook, collaboratore di lunga data: un’opera che racchiude filmati d’archivio, alcuni risalenti agli anni Novanta, e il backstage di As The Love Continues. Il decimo disco, registrato in remoto durante il lockdown tra Londra e New York, in una sorta di missione impossibile, fionda il gruppo al numero uno delle classifiche.
Al debutto ufficiale del documentario erano presenti, accanto al regista, Stuart Braithwaite e Martin Bulloch, insieme al produttore Kyrie MacTavish.
Ora si tratta di aspettare, e sperare, che il film prenda la sua strada nel mondo.
In tema di esplorazioni sonore e accessibilità, ti consiglio un paio di letture parecchio interessanti:
- per
, ci aiuta a comprendere come Specchiarsi nei mondi sonori; - apre invece una discussione su Come affrontare le disabilità che mettono a rischio la propria vocazione (è in inglese).
Qualche giorno fa, sono tornata in Bosnia grazie a
e alla sua newsletter (non è un nome stupendo? Lo sono anche i viaggi proposti tra libri, suggestioni e ricordi).Dalla fiducia di Sara, è nato il racconto di una notte di luna piena a Mostar e del sevdah che risuona per le sue strade:
Il Dispazio si conclude qui: se hai viaggiato nel cosmo, o vorresti farlo, se hai storie da raccontare, scrivimi!
A presto, stai bene.
Samantha
Il suono dello spazio mi entusiasma ora come quando ero piccola e immaginavo come potesse suonare la "musica delle sfere" 😍
E grazie per la citazione ❤️
Grazie per la citazione <3