#107. Con AllegroModerato la musica è senza barriere
La musica è parte integrante della vita di persone con disabilità e fragilità, e no: non è solo terapia
Ciao !
Quando si parla di inclusione, non posso fare a meno di pensare a un mondo intriso di pregiudizi, dove il concetto diventa necessario per cancellare squilibri ed emarginazione.
Intercettare le note della cooperativa milanese AllegroModerato mi ha però ricordato che un cambiamento non solo è auspicabile e inderogabile, ma anche possibile.
Cambiare il mondo una nota alla volta
La musica, per sua natura, infrange ogni barriera; e fare musica in modo davvero inclusivo è possibile.
È il 2011 quando un gruppo di insegnanti, con esperienza nell’educazione musicale rivolta a persone di ogni età con disabilità, inizia a suonare “la musica che non c’era”, per dirla con le loro parole: nasce così AllegroModerato.1
Dai primi corsi alle attività attuali — orchestra sinfonica, coro, musica elettronica e altro ancora — la cooperativa ha vissuto anni di impegno nel considerare la musica non solo come strumento terapeutico, bensì come mezzo di espressione ed emancipazione.
Non pazienti, ma persone che fanno musica
L’approccio di AllegroModerato non è ricreativo né assistenziale: la musica è parte integrante della vita di una persona con disabilità o fragilità, attraverso corsi, prove, eventi e concerti dal vivo.
«La premessa è l’impianto metodologico alla base del fare musica in AllegroModerato, semplice eppure non così scontata», mi spiega Luca Baldan, musicista e insegnante della cooperativa.
«L’idea è che la persona con disabilità abbia il diritto di non vedere le attività artistiche — musica, danza, teatro — relegate a una cornice puramente terapeutica»
Di fronte a una persona con disabilità che vuole suonare, la risposta più comune è categorica: fare musicoterapia. Ecco allora la necessità di ribaltare una visione limitata e limitante.
«Pensiamo che moltissime pagine di musica meravigliosa siano precluse alle persone con disabilità, se non diventano accessibili, o se la musica è vista solo come stimolo e risposta; non un dialogo tra musicista e musicista, ma tra terapeuta e paziente», continua Baldan.
Per questo motivo, in AllegroModerato non ci sono pazienti, bensì musiciste e musicisti, allieve e allievi. «Ciò che può sembrare banale in realtà rompe un’equazione nella quale ci siamo sempre trovati molto, molto stretti», aggiunge Baldan.
«Se la persona è messa nelle giuste condizioni — setting, capacità strumentali, partiture accessibili — può lavorare con la musica. Ed è questo il senso del nostro lavoro»
Superare pregiudizi e barriere
Il pregiudizio che vede le persone con disabilità come pazienti è però ancora radicato. «Quando siamo in presenza di persone con disabilità più o meno gravi, le vediamo sempre considerate come pazienti, come le persone che, lo dico in modo brutale, non ce la potranno fare», continua Baldan. «Conosco persone con gradi diversi di autismo, e sappiamo che le attività non sono loro precluse, tutt’altro. Però c'è sempre un aspetto un po’ caritatevole e un po’ tanto discriminatorio».
Le esperienze vissute attraverso la musica si riflettono infatti nel quotidiano: le competenze emotive, relazionali e cognitive possono essere attivate dalla pratica musicale, migliorando la qualità della vita.
La musica diventa allora un mezzo per esprimere e condividere il proprio sé, anche di fronte a difficoltà emotive o relazionali, e arriva a scardinare i pregiudizi.
«Nel nostro piccolo, il contributo di AllegroModerato è fare concerti in tante situazioni diverse: orchestre, cori, musica da camera, band. Cerchiamo di coinvolgere ogni musicista nel suonare il più possibile in pubblico. Vogliamo dimostrare che le possibilità artistiche di qualità sono fruibili anche da persone con disabilità, e possono essere restituite al mondo», puntualizza Baldan.
«Crediamo che un cambiamento sociale sia possibile grazie a chi ci viene ad ascoltare, a chi si rende conto che una persona con disabilità non è da considerare a priori diversa»
C’è ancora molto da fare, in tal senso, ad esempio investendo nell’offerta formativa, cercando di proporre già a livello scolastico la possibilità di partecipare a esperienze artistiche davvero inclusive.
La strada giusta per cambiare
Che questa sia la strada giusta non è tuttavia solo un’idea. Qualche anno fa, il Presidente Sergio Mattarella ha conferito ad AllegroModerato l’onorificenza al Merito della Repubblica Italiana, riconoscendo l’innovazione inclusiva dell’orchestra e specificando nelle motivazioni che «AllegroModerato ha anche scelto di ribaltare un cliché: alcuni dei ragazzi con disabilità vanno a dare lezione di musica e canto nei reparti pediatrici di alcuni ospedali e hanno tenuto due seminari ai detenuti di San Vittore e del Beccaria».2
Sono proprio le esperienze negli istituti penitenziari a evidenziare ciò che accade quando si esce dalla sala prove per entrare in contatto con il mondo.
«Un momento che ricordo è stato quando abbiamo suonato, tra le tante carceri che abbiamo visitato, a San Vittore: l’incontro tra il nostro ensemble e i detenuti. Eravamo in un braccio sotterraneo del carcere, questi omoni enormi piangevano come bambini nel vedere e ascoltare il concerto».
L’onorificenza istituzionale e l’episodio in carcere sono solo due attimi che costellano la storia della cooperativa, e che portano a comprendere come l’intuizione e le attività di AllegroModerato abbiano imboccato la giusta via. «Non si tratta di ricevere pacche sulle spalle perché portiamo sul palco gente fragile; è riconosciuto un valore emotivo e sociale che può innescare il cambiamento», chiosa Luca Baldan.
L’esperienza di AllegroModerato dimostra che la musica può abbattere le barriere; dunque perché categorizzare il mondo in persone malate e sane, migranti e che godono del benessere, esclusione e privilegio?
La musica, in fondo, è un bene comune, e può contribuire a costruire un sistema che non semplicemente includa, ma che, libero da preconcetti, squilibri di forza e barriere di ogni tipo, consideri e accolga ogni persona, per costruire una collettività unita.
Visita il sito di AllegroModerato per scoprire tutti i concerti, gli eventi e informarti sulle attività formative.
Ebbene sì, è l’ultimo Dispaccio dell’anno: ci risentiamo a gennaio!
Che tu celebri o meno il Natale, ti auguro di:
riposare — Manifesto pisolini di Virginia Cafaro (Le plurali) è il mio libro totemico;
ascoltare ottima musica — ne approfitto per sganciare tre dischi: Big Swimmer dei King Hannah, Closer di Maria Chiara Argirò, Spoken Unsaid di Herself;
stare con chi ti vuole bene — che sembra banale, ma non lo è affatto; e qui puoi metterci i nomi di chi vuoi tu.
A presto, grazie di essere qui, al nuovo anno.
Samantha
ll nome ricorda un tempo musicale e deriva dal film documentario Allegro moderato (2009) di Patrizia Santangeli e Raffaella Milazzo, che vede sullo schermo Stefano Bollani insieme a musiciste e musicisti della cooperativa.
Onorificenze: i quaranta "esempi civili" insigniti da Mattarella, in “Quirinale.it”, 2016.
Sono assolutamente d’accordo che la musica abbatta barriere e sia un bene comune. Un enorme potere
Mi sono commossa anch'io 💝 il link però non mi porta all' Orchestra ma a un sito tedesco