Nel luogo che ha ascoltato i primi battiti di una rivoluzione, torna un festival musicale che intreccia memoria, identità e musica.
Ciao !
Laulupidu, il Festival della Canzone e della Danza Estone, si tiene a Tallinn — con spettacoli diffusi su tutto il territorio estone — in estate, ogni cinque anni.1 È un evento corale enorme, con migliaia di artiste e artisti che si esibiscono per un pubblico oceanico, e che quest’anno «onora le persone e la loro umanità in tutta la sua diversità. Celebra sia la lingua che ci unisce sia i dialetti che ci distinguono».
La nuova edizione del festival debutta all’indomani della pubblicazione di questo Dispaccio e coincide con un anniversario speciale: sul campo di Tallinn, nel 1988, si accende la Rivoluzione Cantata, parte del movimento che ha portato l’Estonia, così come la Lettonia e la Lituania, allora nell’Unione Sovietica, sulla strada per l’indipendenza.
L’estate di Tallinn, quando tutto ha inizio
È una notte di giugno, a Tallinn. Migliaia di persone si sono radunate spontaneamente sul terreno dove si tiene, ogni cinque anni, il Festival della Canzone Estone. Tra loro ci sono cantanti della scena nazionale, la maggioranza sono giovani provenienti da tutto il paese. Lentamente iniziano a cantare, fino a che la melodia non riempie la notte, una melodia che si alza in nome di libertà, giustizia e resistenza.
Una settimana più tardi, l’artista e attivista Heinz Valk conierà il nome Rivoluzione Cantata per descrivere l’evento, e altre proteste pacifiche organizzate dal Fronte Popolare Estone in occasione del festival, durante quei mesi.
Pausa: un passo indietro.
È il 1988: due anni prima dell’indipendenza del paese, che fa ancora parte dell’Unione Sovietica; un anno prima della caduta del muro di Berlino; in piena Glasnost.
Nel febbraio dell’anno precedente, il programma televisivo Panda, grazie alle testimonianze di un funzionario statale, ha rivelato in esclusiva il progetto di una miniera di fosforite in territorio estone, previsto entro la fine degli anni Novanta. Il tema è l’impatto ambientale, che persiste anche dopo la chiusura di questi impianti: contaminazione delle acque, erosione del suolo, deforestazione e produzione di ingenti scarti sono solo alcuni dei problemi.
L’allarme per le possibili conseguenze innesca una miccia di proteste, con la musica schierata in prima linea: nasce la canzone corale Ei ole üksi ükski maa (“Nessuna nazione è sola”), una collaborazione di artiste e artisti, scritta da Alo Mattiisen e Jüri Leesment. Ed è solo la prima: ne seguono altre quattro, che diventano subito un vero e proprio repertorio rivoluzionario.
Sono questi i mesi in cui le rivendicazioni politiche e sociali, favorite da un clima più liberale, si susseguono; nasce anche l’idea di un’Estonia indipendente, uno Stato che possa decidere per sé e sostenersi con un proprio governo e un sistema economico autonomo da Mosca. Così, nella primavera del 1988, nasce il Fronte Popolare Estone, che anche grazie alla sua presenza nei media — programma e dichiarazioni sono trasmessi in radio e televisione — diventa protagonista dell’organizzazione di manifestazioni e concerti.
A maggio, le cinque canzoni patriottiche sono cantate ai Tartu Pop Music Days2 e consacrate come inni del movimento indipendentista; conquistano anche il Rock Summer Festival,3 un evento epocale, con ospiti internazionali in territorio sovietico. Così, arriva la famosa notte tra il 10 e l’11 giugno al Festival della Canzone, solo il preludio di ciò che accade di lì a pochi mesi.
L’11 settembre, nello stesso luogo, oltre trecentomila persone tra il pubblico ascoltano non solo le canzoni della Rivoluzione Cantata, ma anche i discorsi di coloro che la rivoluzione l’hanno iniziata, allacciando senza mezzi termini musica e politica, in un raduno senza precedenti per numero di persone, ma anche per dichiarazione di intenti.
L’Estonia diventa indipendente nel maggio del 1990, un paio di mesi dopo le prime elezioni libere. La Rivoluzione Cantata è protagonista anche dei movimenti per l’indipendenza degli altri due stati baltici di Lettonia e Lituania, l’anno successivo: è stato il primo passo, il primo tocco sulla strada per costruire un sogno comune di libertà.
Per approfondire, c’è anche il film documentario The Singing Revolution.
Il Dispaccio di oggi si conclude qui, come stai?
Sono appena rientrata dalla Serbia, e non vedo l’ora di raccontarti alcune cose davvero interessanti, tra le tante che ho visto e vissuto.
A breve inizieranno le uscite speciali della newsletter, pensate per farti compagnia durante le settimane estive fino alla fine di agosto.
A presto, stai bene.
Samantha
Nel 2021, durante la pandemia di Covid‑19, si è deciso di spostare il festival di un anno per difficoltà organizzative; dopo l’edizione del 2019, il ciclo quinquennale ricomincia dal 2025.
Inaugurati nel 1979, i Tartu Pop Music Days erano un festival inter-universitario con sede a Tartu, seconda città dell’Estonia, nell’allora Unione Sovietica.
Il Rock Summer si tiene a Tallinn dal 1988 al 1997; solo l’edizione del 1990 è stata cancellata a causa della forte instabilità politica: qui le line-up delle nove edizioni.