3 anni di Dispacci: il mondo attraverso la musica
Tre anni fa, debuttava la newsletter che racconta il mondo e la natura attraverso ritmi, melodie e tradizioni.
Oggi è un giorno speciale: tre anni fa, il 25 novembre 2020, compariva la prima puntata dei Dispacci.
Da allora, uno sparuto gruppo di amiche e amici si è trasformato in un pubblico appassionato e curioso di scoprire il mondo attraverso la musica. Inoltre, ho incrociato le rotte di persone straordinarie, e ognuna di loro mi ha regalato un pezzo di sé, arricchendo il viaggio e ricordando quanto sia importante il senso della collettività, di uno spazio da costruire insieme.
Quindi grazie a te che leggi; grazie a chi ha mi ha regalato il suo tempo, a chi ha condiviso idee, ricordi e opinioni. Grazie perché un progetto nato per pura curiosità si è trasformato in una piccola galassia sonora.
Per festeggiare questo compleanno speciale, ho deciso di pubblicare una raccolta di dieci puntate, e alla fine della mail troverai un messaggio cui tengo molto.
Grazie, di esserci, di restare, e buona lettura.
DISPACCIO #1
Silenzio
Una pagina con pentagrammi vuoti, nessuna nota, minime indicazioni: ecco quanto appare a un musicista quando prepara davanti a sé la partitura di 4’33’’.
Il suono è una forza vitale e John Cage maestro di vita: forse è giusto seguire una partitura che impone, se non di stare immobili, quantomeno di ascoltare in modo diverso ciò che ci circonda. Perché forse, in sottofondo, è possibile percepire altri suoni a cui dare maggiore importanza, poco importa se non tutti siano in grado di ascoltarli, riconoscerli, elevarli in maniera adeguata. Forse, il segreto è questo: scovare la bellezza là dove c’è un vuoto apparente. E aggrapparsi a essa con tutta la forza travolgente di cui siamo capaci.
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DISPACCIO #49
Maree
Ci sono canzoni che solcano i mari, che raccontano storie lontane e svelano tradizioni e abitudini di chi le canta: sono le canzoni delle megattere.
Le canzoni corrono veloci nell’oceano e gli scienziati parlano di evoluzione e rivoluzione culturale: la prima accade quando i performer arricchiscono o, al contrario, sfoltiscono una canzone che hanno imparato, un fenomeno che resta confinato nella stessa specie; la rivoluzione invece avviene quando un tipo di canzone viene sostituito da uno nuovo, appreso da una popolazione vicina, e supera ogni barriera linguistica e culturale, diventando una hit globale.
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DISPACCIO #53
Kurt Vonnegut
Vonnegut è vivo e presente in una galassia da scoprire ed esplorare che racchiude romanzi, racconti, saggi, un dramma teatrale e splendide lettere. E la musica?
Ospite con
Se Kurt V. fosse una musica, sfoggerebbe l’improvvisazione del jazz, lo sguardo profondo e talvolta dissacratorio del blues, le melodie ammiccanti del rock melodico, gli accordi ruvidi del garage; si collocherebbe in bilico tra sperimentazione d’avanguardia, catturando l’attenzione dei musicofili più snob, e le tonalità sgargianti del pop, che lo fionderebbero sulle vette delle classifiche di streaming. Kurt Vonnegut incarnerebbe una musica ancora sconosciuta, poiché solo lui sarebbe in grado di darle voce, in un’armonia di stili e inesauribili ispirazioni.
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DISPACCIO #55
Infinito
La bellezza si rivela anche nell’armonia del cosmo, nel canto di Perseo che arriva da una galassia lontana, dati raccolti da un telescopio orbitale e trasformati in musica.
Ospite con
La sinfonia che arriva dalle profondità dell’universo è generata da onde elettromagnetiche scagliate all’esterno di un buco nero; l’ammasso di gas lì presente è attraversato da increspature che danno origine a un suono, una melodia sgorgata da un punto dell’universo a circa 250 milioni di anni luce da qui, da noi. È il canto di Perseo, il canto di galassie lontane, che continua incessante da miliardi di anni.
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DISPACCIO #62
Vulcani
Scrive Raymond Murray Schafer: «Ecco la nuova orchestra: l’universo sonoro! Ed ecco i suoi nuovi musicisti: chiunque e qualsiasi cosa sappiano emettere un suono».
Ospite con
La polifonia vulcanica è pazzesca: il brontolio sordo che precede l’esplosione, le profondità della terra che gorgogliano sotto la sottile crosta terrestre, i boati che schiantano il silenzio; e poi ancora il crepitio del fiume di lava che, nell’avanzare lento, trascina rocce, sterpaglie, ossa di animali perduti, lapilli che ticchettano sul terreno, il sibilo del vento che trasporta le ceneri. È la sinfonia primordiale della terra.
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DISPACCIO #66
Natura
La biomusica, un disco per le piante, un film sui suoni della foresta, i dialoghi tra creature del mondo vegetale: la natura è un’immensa orchestra.
Ospite con
Dall’intervista a Tarun Nayar, musicista e sperimentatore: «Letteralmente, la vibrazione e il “suono” sono la fonte di tutto ciò che vediamo intorno a noi e di tutto ciò che sperimentiamo. Forse per questo motivo, il suono può anche essere una porta di ritorno alla natura. Un punto di ancoraggio che aiuta le nostre menti distratte a ritrovare la strada di casa».
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DISPACCIO #69
Numeri
Quando i numeri e le note si uniscono in una melodia perfetta, siamo testimoni di un’armonia soprannaturale, che ci ricorda che tutto l’universo è orchestrato da un’invisibile sinfonia.
La matematica può persino aiutarci ad apprezzare la musica in modo più profondo. Osserva i grafici delle onde sonore, che ci lasciano visualizzare e analizzare la struttura e le caratteristiche delle composizioni: possiamo decifrare anche con gli occhi i modelli musicali, cogliere le progressioni degli accordi e immergerci nelle sfumature di una melodia. È come possedere una chiave che ci permette di aprire porte nascoste e scoprire tesori musicali celati.
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DISPACCIO #72
Deserti
Un racconto, scritto dopo un momento speciale vissuto in Marocco, e un percorso musicale alla scoperta del blues del deserto, da Timbuktu a Essaouira.
Ospite con
L’incontro non ha bisogno di parole, Rokia sorride, sorride e danza. Indossa un golfino rosa confetto e il velo nero che le avvolge il viso — di un’età indefinita, scolpito nel tempo — mette in risalto due pupille che brillano come pianeti lontani, sconosciuti, ma che sanno accogliere.
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DISPACCIO #74
Cura
In Oppenheimer, il fisico Niels Bohr fa un’affermazione precisa: non è tanto importante che tu sappia leggere la musica, bensì che tu la sappia ascoltare. E tu, la sai ascoltare?
La musica può essere scomposta, sezionata, analizzata: è possibile studiare i singoli intervalli che ne scansionano il tempo, indagare la sintassi melodica, strutturare lo spazio sonoro secondo precise regole, eppure ci sarà sempre qualcosa di sfuggente, un pulviscolo di particelle dal potere alchemico e trasformativo. Mi piace pensare che lì, negli spazi infinitesimali che sfuggono al nostro controllo, risieda la magia che ci porta lontano.
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DISPACCIO #76
Dialogo
Come la musica può continuare a essere un linguaggio universale che racconta il mondo, specialmente in tempi così fragili e violenti?
La mia speranza è che la musica possa continuare a essere una forza di positività, un mezzo di espressione e, soprattutto, una voce che si alza contro le ingiustizie. Siamo tutti coinvolti in questa lotta per un mondo migliore, e la musica è il nostro alleato più potente. E può dar voce a chi continua a comporre, a cantare e a comunicare il proprio messaggio, con la speranza che possa ispirare altri a fare lo stesso.
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Grazie anche a con , Virginia Pignata con Affanni, con , con , con , Ferdinando Cotugno e Luigi Torreggiani con Ecotoni, con , con , con Mappe, Roberta Cavaglià con , Marica con Ti Porto a Nord, con per gli Accenti; a Roberta Boccomino e Silvia Morosi per contributi e backstage.
Chi scrive questi Dispacci è una donna che, nonostante tutto, non perde la speranza e la ferma convinzione che sia possibile costruire un mondo migliore, per noi e per chi verrà, insieme. Chi scrive questi Dispacci, oggi, è in piazza per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Troviamoci là.
I Dispacci tornano il 6 dicembre. A presto, stai bene.
Samantha
Grazie a te, che ci accompagni per mano alla scoperta di mondi musicali sconosciuti.
Io devo essere onesta certe volte non mi sento intellettualmente all’altezza di Dispacci, per fortuna sono tutti qui e me li posso rileggere quando voglio. Ne vogliamo ancora!